La mostra si concentra su un nucleo della collezione fotografica del MANN, presentando per la prima volta al pubblico una serie di vedute di Pompei scattate dal fotografo russo Gabriel Ivanovič de Rumine (1828–91), tutte databili con precisione tra marzo e aprile 1859.
De Rumine è un aristocratico e ufficiale delle armate russe che, dal 1856, si dedica allo studio della fotografia tra Parigi e Londra. Dopo aver raggiunto riconoscimenti internazionali – è membro della Société Française de Photographie e della Royal Photographic Society – nel 1858 si imbarca come fotografo al seguito del Granduca Costantino di Russia (fratello dello Zar Alessandro II) per una lunga crociera nel Mediterraneo che tocca, tra le altre città, Palermo, Napoli, Atene, e Gerusalemme.
In quell’occasione de Rumine visita Pompei e, grazie ad uno speciale permesso accordato da Re Ferdinando II al Granduca, scatta una serie di vedute della città, tra cui anche le Terme Stabiane che da poco erano state scavate: ad oggi, è il primo reportage fotografico di Pompei con immagini di queste dimensioni – ogni stampa all’albumina misura intorno ai 30 x 40 cm.
Il MANN custodisce ventotto di queste rare immagini all’albumina, a lungo rimaste dimenticate negli archivi, senza data né attribuzione. La mostra ne presenta un’ampia selezione, insieme ad altre fotografie storiche e a documenti d’archivio che testimoniano la visita e l’attività di de Rumine negli scavi e permettono di datare con precisione gli scatti.
La mostra è stata curata da Andrea Milanese, Ruggiero Ferrajoli, e Domenico Pino e, insieme alla mostra Luigi Bazzani e la casa pompeiana, è in dialogo con il nuovo allestimento permanente dedicato agli arredi domestici nelle sale attigue.